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TERAPIA ESTRATTIVA

Nonostante gli indubbi progressi nelle terapie odontoiatriche in diversi casi le estrazioni dentarie si rendono ancora necessarie. ostacolo alla eruzione dei denti permanenti – rende necessaria l’estrazione di quelli decidui.

malattia parodontale – nell’ultimo stadio della MP si assiste a una massiva distruzione dell’osso. Il dente privato del suo supporto aumenta la propria mobilità fino a non essere più in grado di masticare.

carie destruenti – grosse carie, se non adeguatamente trattate, portano alla distruzione della corona dentale. Se la carie raggiunge anche la radice dentaria non vi e’ altra soluzione che l’estrazione del dente.

fratture dentarie che si estendono alla radice – generalmente sono causate da traumi violenti (cadute) o possono interessare denti devitalizzati non ricoperti da corone protesiche.

presenza di denti semiritenuti o ritenuti, ossia, ricoperti da gengiva e osso – vi è indicazione clinica a estrarre tutti i denti che per varie ragioni non sono emersi in arcata dentaria, rimanendo “sequestrati” della gengiva o più spesso nell’osso mascellare (denti inclusi).

dente possibile sede di infezione focale – quando al paziente si impongono interventi chirurgici complessi all’apparato cardiocircolatorio o trapianti, si rende obbligatoria l’estrazione preventiva di quei denti che potrebbero essere causa di malattia focale.

motivi ortodontici – per correggere le malocclusioni talvolta si rendono necessarie delle estrazioni dentarie, per esempio i denti del giudizio.

motivi protesici – talvolta un dente mal posizionato può essere un impedimento all’esecuzione di una protesi fissa o mobile.

Le estrazione si eseguono dopo aver praticato un’anestesia locale che consentirà al paziente di non avvertire il minimo dolore. Estratto il dente si applicheranno i punti di sutura con lo scopo di favorire una pronta guarigione. Il paziente verrà dimesso con prescrizione farmacologica per il controllo delle infezioni e le istruzione comportamentali per affrontare il post-chirugico. Dopo 7 giorni si eseguirà la visita di controllo e la rimozione dei punti. La guarigione completa avviene normalmente in 15 giorni.

ESTRAZIONE DENTI DEL GIUDIZIO

I terzi molari, meglio conosciuti come denti del giudizio, sono i quattro denti permanenti situati nella parte più posteriore di entrambe le arcate dentarie (superiore e inferiore). Erompono nel cavo orale tra i 18 e i 24 anni. Spesso non trovano spazio per potersi allineare come tutti gli altri denti ed emergono solo in parte, in altri casi restano completamente ricoperti dalla gengiva e dall’osso. Proprio a causa del loro imperfetto allineamento possono causare una infiammazione molto dolorosa che prende il nome di pericoronite e si manifesta con un dolore a carattere nevralgico che se non trattata può degenerare in un ascesso dentale. Per scongiurare quest’ultimo, si tratterà inizialmente la pericoronite con una terapia farmacologia atta a risolvere l’infiammazione, successivamente si estrarrà il dente.
I denti del giudizio si estraggono inoltre anche quando sono mal posizionati, cariati o affetti da cisti.

In molti casi gli odontoiatri, valutando la sua posizione non congrua, possono raccomandare l’estrazione del dente del giudizio anche prima della sua comparsa nella cavità orale, in maniera preventiva, anche in assenza di sintomi (germectomia).

La procedura di estrazione del dente del giudizio non è generalmente diversa da quella degli altri denti se non per la frequente necessità di accedere al dente chirurgicamente con l’esecuzione di un lembo muco-gengivale. Particolare attenzione deve essere posta tramite l’esame radiologico sulla presenza di rapporti anatomici fra il dente del giudizio inferiore ed il nervo mandibolare. Nei casi in cui le radici del dente del giudizio siano vicine o addirittura adese al nervo mandibolare, l’odontoiatra dovrà porre molta attenzione a non lederlo per scongiurare la parestesia dello stesso (temporanea perdita della sensibilità’ del labbro inferiore omolaterale).

Dopo l’estrazione ci si può aspettare un lieve disagio accompagnato da un leggero sanguinamento e gonfiore assolutamente controllabili mediante l’assunzione di farmaci. Il chirurgo orale fornirà al paziente le istruzioni per la gestione del post-operatorio. Nella maggior parte dei casi l’estrazione dei denti del giudizio non comporta complicazioni. In rari casi si può verificare l’infezione del sito estrattivo che prende il nome di alveolite secca e richiederà una toilette chirurgia della ferita operatoria.

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CISTI RADICOLARI ODONTOGENE

Le cisti radicolari odontogene sono strutture cavitarie tondeggianti ripiene di materiale purulento che presentano una crescita espansiva a carico del tessuto osseo che viene distrutto. Nella loro evoluzione degenerano in un ascesso dentale.
Queste cisti originano dalla presenza di un granuloma apicale secondario alla necrosi della polpa dentaria, seguendo questo schema:

carie dentale —> necrosi polpa dentaria —> granuloma dentale —> cisti odontogena

Affinché un granuloma possa evolvere in cisti è necessaria la presenza nel granuloma stesso dei cosiddetti resti epiteliali di Malassez (cellule residue della crescita embrionale).
Le cisti radicolari odontogene possono essere asintomatiche, potendosi evolvere per anni senza che il paziente possa avvertire il minimo disturbo. Spesso infatti, vengono diagnosticate casualmente durante l’esecuzione di radiografie eseguite per altri motivi.
Nel corso della sua crescita la ciste assottiglia la corticale ossea dei mascellari fino a distruggerla completamente, così che la parete cistica risulterà direttamente accollata alla mucosa della bocca.
È in questa fase che si evidenzierà palesemente, presentando alla palpazione il tipico aspetto fluttuante (sensazione del materasso ad acqua).
L’ultima fase della cisti prevede una sopraggiunta infezione e la sua apertura con fuoriuscita di un materiale purulento.
È in questo momento che insorge una sintomatologia più clamorosa, con tumefazione, dolore acuto, rialzi termici e arrossamento. Cisti situate nell’osso mandibolare possono comportare la compressione del nervo alveolare inferiore, determinando la parestesia del labbro omolaterale.

TERAPIA DELLA CISTI RADICOLARE ODONTOGENA

In molti casi è sufficiente trattare endodonticamente il dente dal quale è originata, e la cisti si riassorbirà nell’arco di qualche mese.
Sarà invece necessario asportare chirurgicamente una cisti nei casi in cui questa non si è riassorbita a seguito del trattamento endodontico.

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